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mercoledì 22 aprile 2015

Mi sono innamorata

Prima di partire mi ero ripromessa che  qui non mi sarei innamorata. Mi ero detta che mi sarei divertita, ma non avrei perso tempo con nessuno in particolare. Poi, a una settimana dal mio arrivo, ho incontrato te. 
Ho provato a resisterti. A renderla solo una cosa casuale, si, solo quando ho tempo e se mi va. Discreto e fermo, mi hai fatto innamorare. 
Quando ero in chiusa per la tesi hai rispettato questo mio desiderio, il mio impegno, eppure eri presente, in maniera discreta. Non c'è mai stato bisogno di grandi parole, o grandi discorsi. You get me, riesci a capire sempre di cosa ho bisogno. Pomeriggi trascorsi sulla panca sulla veranda col bel tempo, o andare a dormire e guardarti. 
Qualche volta a causa tua la mattina mi sono svegliata in ritardo e sono arrivata in classe trafelata, struccata, e tutti potevano leggermi in faccia, tutti sapevano. Ma non me ne importava niente. Ho pensato di rompere con te prima che andasse troppo avanti, ma non ci sono riuscita. E adesso siamo a questo punto. Come il canto della fenice, ti dedico più tempo del solito, ma ogni volta mi sento un po' più bugiarda.
Non ti ho mai detto di preciso quando sarei partita. A una settimana dal rientro in Italia ancora faccio la gnorri, e anche tu, che mi proponi piani per il futuro.
Ma non può continuare. 
Sarò vigliacca e ti dirò che parto la sera prima, quando saremo io e te in camera mia. Farò la stronza, sarò incorruttibile, anche se tu mi dirai che ci sono modi, una soluzione si trova e m chiederai almeno un milione di volte se sono proprio sicura.

Il giorno dopo salirò sull'aereo che mi riporta a casa, che mi riporterà ai miei flirt illegali e che avranno una qualità pessima dopo quello che ho provato con te.

Però ti ho amato, Netflix. Al modico prezzo di 7$ al mese, ti h amato.

Vostra e sciagattante,

Platypus

P.S. What did you expect?

mercoledì 8 aprile 2015

Chi ha paura della Montessori?

Nonmai pensato avrei fatto l'insegnate. Non sono brava. La conferma l'ho avuta quando ho dovuto gestire l'Italian Movie Night da sola.
Arrivo, infilo il film nel lettore dvd, 15 minuti di trailer che non si possono saltare. Va bene, aspetteremo, sono anche arrivata in anticipo. Classe piena. I trailer finiscono. Prima di iniziare, vedo che sono tutti al cellulare. Un ragazzo è in pigiama. Parlano, urlano e scherzano. Mi schiarisco la voce. Silenzio. Posso decidere di fare l’arcigna o quella a cui non frega nulla. Decido per una via di mezzo, la cool TA.
-Ragazzi, stiamo per iniziare. Mi è stato detto che devo segnare i nomi di chi usa il cellulare e disturba, ma non fatemelo fare, ok?
Premo play, il film inizia e non ci sono i sottotitoli in inglese. Non si può tornare al menù. Sono costretta a togliere e rimettere il dvd, altri 15 minuti di trailer e ovviamente tutto il prezioso briciolo di credulità che avevo accumulato si è disperso. Durante il film qualcuno usava il cellulare e un paio di persone dormivano. Tra cui quello in pigiama che era evidentemente arrivato preparato.
In una ipotetica catena alimentare, sono sotto i broccoli e gli operatori della TIM.
Ma non a questo ci ha chiamato il Signore, e quindi mi sono lanciata nel giorno successivo, con tutto l’entusiasmo che potessi raggranellare. E con varie missioni: evitare l’epidemia di congiuntivite, l’epidemia di bronchite, finire la tesi e cambiare un ragazzo.
Il ragazzo in questione è il mio vicino durante il corso sulla guerra civile. È dall’inizio delle lezioni che, porello, ha un raffreddore di quelli rari. Ma fate scemare la vostra compassione: l’uso dei fazzoletti gli è sconosciuto, quindi il naso va rigorosamente tamponato con la manica, il dorso della mano o si tira su tutto con una potenza d’aspirata da far invidia ai peggiori cocainomani.
Scene che mi fanno uno schifo raro. Allora ieri ho giocato d’anticipo. A inizio lezione ho piazzato sul mio banco un pacchetto di fazzoletti, pronta a essere passive aggressive se necessario. Anche a eliminare il passive sbattendogli la testa sul tavolo.
Alla prima tirata su col naso, mi giro, tap tap sulla spalla, sorrido e gli porgo il pacchetto. Lui risponde no grazie. Decido di non condannarlo, magari non ha mai visto i fazzoletti confezionati in questa maniera. Alla sua successiva tirata su col naso, in maniera molto plateale, estraggo un fazzoletto, lo spiego e faccio una bella soffiata energica, seguita da un respiro profondo scevro da muchi che esprimeva tutto il mio benessere.
I risultati non si fanno attendere. Cinque minuti dopo, tap tap sulla mia spalla e Joe mi chiede se può avere “one of this”. Dentro di me parte la samba, mi sento la Montessori, Anna dei Miracoli che ha insegnato a Helen Keller a dire Agua, Don Milani. Gli porgo il pacchetto e non sa estrarre il fazzoletto, ha bisogno di una mano. Sorrido e lo tiro fuori io per lui, del resto anche la Keller aveva detto Agua e non Acqua al primo tentativo. Orgogliosa, lo guardo che spiega il fazzoletto. È un piccolo passo per uno studente, ma un grande passo per l’america tutta. Il fazzoletto è spiegato. È nella sua mano destra. Sto raggiungendo livelli di beatitudine e illuminazione rari.
Usa il fazzoletto per tamponare l’inchiostro in eccesso.

Col il braccio sinistro si strofina il naso.

Barbari.

 E poi oggi sono inciampata in un vero esempio di insegnamento attivo.
Durante la lezione dell’una, affettuosamente chiamata la fossa dei leoni o la trincea, uno degli studenti intratteneva un gruppo. Facendo la vaga, mi sono avvicinata a origliare, perché tanta concentrazione e attenzione in quella sezione dello zoo non era stata mai rilevata.
-So, how do you say it, ?
-Ciola. You say it ciola.
-the spelling?
-So, c-i-o-l-a, and you don’t pronounce it siola, but ciola, it’s easy. It’s the same sound you make to say ciao.
Dopo cinque minuti tutto il gruppetto era in grado di scrivere e pronunciare correttamente la parola. Il ragazzo ha doti nell’insegnamento, anche più di me. Poi si sono accorti che me la ridevo e hanno smesso, ma devo ammettere, bravi. La fonetica dell’italiano si potrebbe insegnare con le parolacce vista la prontezza con cui compitavano e si applicavano.

It's a mad world.

Vostra e sciagattante,

Platypus

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