Per molto tempo ho sempre avuto grandi delusioni. Ci sono sempre state frasi, espressioni, domande, gesti, che per me hanno un valore quasi sacrale. Piccoli momenti che al momento giusto mi avrebbero tirato su di morale, dato un po' di forza. Non ho mai preteso dalla realtà dei grandi momenti da fuochi da artificio, sono realista.
Ci sono stati dei gesti meravigliosi e grandiosi, fatti dalla persona giusta.
Il problema era proprio questo: la persona giusta. A quanto pare gli ornitorinchi come me sono testardi o monomaniaci, non so quale sia la definizione migliore. Qualunque sia il motivo, a volte mi fissavo (e mi fisso) con dei punti saldi: quella frase, quel gesto, devono venire da QUELLA PERSONA, non da altri.
Ho sprecato tanti pomeriggi perché X non mi aveva detto una cosa di cui avevo palesemente bisogno. Magari me l'aveva detta Y, ma per non aveva senso. Non l'avevo neanche ascoltata. A quel gesto non avevo dato valore. Era in X che avevo sperato e X mi aveva deluso.
Pomeriggi, serate normali, ma anche compleanni, feste, rovinati, perché qualcuno in cui avevo riposto speranze non se ne era accorto. Mi metto in gioco anche io: delle volte mando segnali non chiari e per interpretarmi, anche da sola, ce ne vuole. Però...
I migliori complimenti, i migliori abbracci non sono mai arrivati da chi avevo sperato.
- Tu hai delle aspettative troppo alte, tu idealizzi.
Lo so, lo so benissimo.
Quando quello di cui hai bisogno comincia a non arrivare da nessuno capisci che sei stata stupida. l'affetto, il sostegno, l'incoraggiamento non dovevo andarli a cercare da chi evidentemente non li avrebbe dati. Dovevo accettarli e tenermi stretti da chi me li dava senza che chiedessi niente. Pazienza se una persona mi aveva deluso, il fatto di indossare un paraocchi mi aveva impedito di notare che altri tesori davo per scontati.
Mi succede ancora, di aspettarmi e di volere qualcosa da qualcuno. Adesso, almeno, non rifiuto più l'aiuto di chi, senza chiedermi niente in cambio, mi offre qualcosa.
Eppure può capitare che in qualche afosa domenica sera, ci siano domande che nessuno mi fa. Domande alle quali risponderei, sinceramente e col cuore in mano,a prescindere da chi me le chieda. Sere in cui prenderei il filo dei miei sentimenti e lo sbroglierei, tentando di scaricarmi un po' l'anima e le ansie.
Sono sere in cui mi guardo allo specchio e vorrei piangere, ma non sono pianti che vanno consumati da soli. Sono pianti che hanno bisogno di una spalla.
Certo, c'è l'altra soluzione, quella di chiedere, senza aspettare che sia qualcuno che, spontaneamente, arrivi a porgerti una mano. Ci sono persone alle quali posso chiedere sempre, ma allora mi sembra di chiedere troppo, e quindi mi limito. Potrei chiedere a qualcun altro.
Sono frenata, però. Un piccolo pensiero, che sta lì, piantato come un chiodo.
E se questo aiuto mi venisse negato?
Allora rimango allo specchio e faccio quello che so fare meglio, ricaccio indietro le lacrime, mi metto ben dritta, tiro un respiro profondo e mi dico che sono Platypus P e in qualche modo farò, continuando a nuotare e a tenermi a galla.
[C'è una citazione, presa da un libro di Edna O'Brian, Ragazze di Campagna:
Piangi e piangerai da sola.
C'è un verso di una poesia di Erri De Luca, che ormai ho fatto mio, anche se il resto della poesia con me centra poco, è Preghiera di Un Soldato di Notte, ma questi versi, questi ultimi due versi:
Quando gela non escono le lacrime,
piangerò in primavera.]
Vostra, galleggiante e nel gelo
Platypus
Platy... Sono domande che mi sono sempre fatto anch'io! È sempre incredibile scoprire che qualcun'altro si arrovelli su quelle che consideri tue personalissime paranoie.
RispondiEliminaIo ci sto provando, a impormi di chiedere aiuto a chi voglio quando ne ho bisogno, ma non so se ci riesco ;)
Capisco bene la parte del chiedere aiuto, a sto imparando (forse).
RispondiEliminaE dalle persone ho smesso di aspettarmi qualsiasi cosa, è interessante perché qualsiasi supporto riceva è un aiuto inaspettato.
E a piangere ho reimparato questa primavera, dopo anni di occhi secchi. Ma piango rigorosamente da sola, o meglio riesco a piangere solo da sola, niente spalla.
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