Fino a
qualche tempo fa credevo che la sindrome si Stendhal fosse un fenomeno
puramente psicologico. Ovviamente a questo punto qualcuno ha dovuto togliermi
anche questa illusione, spiegandomi che in realtà ha una sua origine
fisiologica ben precisa. Origine che non potrei descrivere bene, ma che ha a
che fare col tenere la testa piegata verso l'alto troppo a lungo.
Addio anche a
questa mia convinzione, prego Stendhal, si accomodi accanto a Roberto Bolle e
prenda pure il drink che l'ornitorinco le sta offrendo. E non mi svenga, per
cortesia.
Questo
preambolo è dovuto ad un mio mancamento occorso durante una visita
archeologica, venerdì sera.
Con delle
amiche sono andata ad un ancient aperitif sul Celio, alle case romane sotto la
Basilica di Giovanni e Paolo. Il programma prevedeva la visita del sito e poi
un simpatico aperitivo con menù tipico della Roma imperiale.
Il sito era
molto particolare, non ne avevo mai sentito parlare, però merita.
Si tratta di
costruzioni stratificate: una domus e un'insula, poi unificate nel Terzo secolo
in un'unica grandissima domus. Ora, avrei messo la firma per vivere nella domus
del secondo secolo, la prima.
Il motivo?
Semplice: aveva le terme interne. Non so se mi spiego: le terme. Io ucciderei
per molto meno, per una piscinetta gonfiabile, le terme in casa
sarebbero...wow.
Terme che il
successivo padrone di casa ha interrato. Dolore.
Mentre
riflettevo su queste scelte edilizie ed ammiravo gli affreschi, sbam. Mi
aggrappo a C., lei mi guarda, vede il delicato colorito verdino e fa quello che
anni di pressione bassa le hanno insegnato: mi mette a sedere e mi procura
zucchero.
Già, non era
sindrome di Stendhal, non sono così profonda. Era un banalissimo calo di
zuccheri.
"Platypus, hai visto
troppi film e telefilm americani sulle confraternite universitarie, parate!" |
Rischio di
cadere nel triviale, ma devo ammettere pubblicamente che, nonostante già la
mostra sarebbe valsa il viaggio sui mezzi, l'aperitivo è stato l'apice della
perfezione. Si, sono golosa. E si, sono stata molto soddisfatta. Da bere c'era
il mulsum, vino col miele, che ha immediatamente risolto tutti i miei problemi
di cali di zuccheri da qui a dieci anni e mi ha dato idee per organizzare toga
party selvaggi.
Da mangiare
gli onnipresenti ceci, tartine con olive ed aglio, torta al formaggio e pollo
alle prugne. Il pollo alle prugne era un qualcosa di fenomenale. Anche le
tartine all'aglio, che immagino sia state il motivo di tanti posti a sedere
vuoti attorno a noi in metro, al rientro.
Prima di
andarcene abbiamo ringraziato la guida.
-Allora, ti
senti meglio, tu che prima sei svenuta?
-Si,
decisamente.
-Si tratta
della prima volta che qualcuno ha una sindrome di Stendhal mentre spiego!
-Veramente è
stato un calo di zuccheri.
-Confessa,
allora, era una scusa per bere più mulsum!
-Veramente
no.
E lei invece
mi sorride e mi strizza l'occhio. Non capisco perché alla gente io dia questa
impressione.
Vostra e
sciagattante (purtroppo non nelle mie terme private)
Platypus
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