L'altro
giorno tornando dall'università mi è successa una cosa molto curiosa: ho preso
l'autobus da sola. Si, ok, lo faccio quasi ogni giorno, ma quando dico sola,
intendo proprio sola: sull'autobus c'ero solo io. E ovviamente l'autista.
Un autobus vuoto tutto per me.
A parte la
paranoia iniziale, con pensieri che variavano da "Questo è l'inizio di un
film horror" a "Questa è una candid camera", devo dire che me la
sono goduta. Mi sono seduta ed ho visto la periferia scivolare via nella notte
dal finestrino. Solo i rumori del traffico dall'esterno, i rumori del motore e
più niente. Per una delle prime volte sui mezzi pubblici ero in grado di
sentirmi pensare.
Ho
addirittura stoppato la musica. Solo io, nell'autobus.
Ne ho
approfittato per riordinarmi un po' i pensieri, per ripensare alla giornata
appena trascorsa, programmare un po' quella di domani. Fare una bella lista
della spesa mentale.
Ho anche ripensato a tutte quelle relazioni nella vita, che per un motivo o per un altro vanno alla deriva. Purtroppo mi capita spesso, più di quanto vorrei. Amici con i quali, senza un motivo apparente ci si sente meno, sempre meno, fino a quando non ci si sente più del tutto. E non sto parlando di conoscenti, ma di amici. Probabilmente sono io incostante.
A volte li ricontatto. Mi scuso per essere sparita, per non essere stata la migliore delle persone. A volte va bene, altre volte no. A volte mi dicono "Sono impegnatissima adesso, ti richiamo io tra un paio di giorni". A volte chiamano, a volte rimango ad aspettare che il telefono squilli. Aspetto anche per mesi, prima di rassegnarmi al fatto che no, non verrò chiamata.
Fa un po' male.
Ho anche ripensato a tutte quelle relazioni nella vita, che per un motivo o per un altro vanno alla deriva. Purtroppo mi capita spesso, più di quanto vorrei. Amici con i quali, senza un motivo apparente ci si sente meno, sempre meno, fino a quando non ci si sente più del tutto. E non sto parlando di conoscenti, ma di amici. Probabilmente sono io incostante.
A volte li ricontatto. Mi scuso per essere sparita, per non essere stata la migliore delle persone. A volte va bene, altre volte no. A volte mi dicono "Sono impegnatissima adesso, ti richiamo io tra un paio di giorni". A volte chiamano, a volte rimango ad aspettare che il telefono squilli. Aspetto anche per mesi, prima di rassegnarmi al fatto che no, non verrò chiamata.
Fa un po' male.
Il tragitto
in autobus non è durato troppo, solo dieci minuti fino alla mia fermata. Ma
quando sono scesa ho salutato l'autista. Mi sono stretta la sciarpa al collo e
mi sono incamminata. Ho riacceso la musica, per sentire meno il freddo.
Quella sera ho contattato un amico, uno che mi mancava molto.
Vostra ed infreddolita,
Platypus
Quella sera ho contattato un amico, uno che mi mancava molto.
Vostra ed infreddolita,
Platypus
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