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martedì 17 dicembre 2013

Trains

Una premessa doverosa: a me viaggiare in treno in condizioni se non ottimali, ma almeno non da aiuto umanitario piace. Mi piace più dell'aereo, più della macchina, probabilmente per colpa di J.K. Rowling e dell'Hogwarts Expresso, probabilmente per il paesaggio che si sussegue da fuori al finestrino. 

Però chi ha inventato la tratta del treno regionale Roma-Napoli merita l'inferno. Già me li vedo, i loschi vertici di Trenitalia che decidono di mettere le Frecce e gli Intercity ad orari impossibili, offrendo invece un regionale ad orari comodi ed accessibili al mondo, con in più lo specchietto delle allodole dell'economico prezzo di  11,60€. 
Dwight Schrute si esprime sui treni regionali
Ed ecco che l'umanità si riversa sul treno, creando un improbabile tetris umano, nel quale io finirò sempre spiaccicata al finestrino con il manico della mia valigia nel rene sinistro. Accanto a me una signora che si lamenta degli immigrati, dall'altro lato una bellissima donna di colore che si lamenta della signora e dietro di me un bambino che trova la posizione più comoda del mondo seduto per terra e con la testa appoggiata sul mio sedere. Quando provo a muovermi la madre, donnina piccola e delicata quanto un main Battle Tank, mi intima di rimanere immobile, per non turbare i sogni dell'angioletto. 
Grazie al cielo si tratta di un regionale, quindi più o meno a tre quarti del viaggio riesco a guadagnare un posto a sedere, lottando con le unghie e con i denti, ma senza dover fingere di essere incinta, che è sempre una bella cosa.
Non starò a narrarvi del ritardo o delle condizioni dei bagni, bagni che il controllore ha candidamente affermato di aver chiuso, onde evitare che a partire dal treno si sviluppasse un'epidemia su scala nazionale di qualunque cosa. Ho preferito non indagare.
La cosa che più mi tormenta è che io questo viaggio l'ho dovuto fare relativamente poche volte, ma c'è chi lo fa ogni giorno (magari non tutta la tratta, ma grandi pezzi). Ogni giorno sgomitare, soffrire se il treno fa ritardo. 

C'è un altro treno che però prendo spesso, la Freccia Argento che da Roma mi riporta nelle Puglie. Lì per lo meno ho il posto a sedere, ma l'umanità resta molesta, dato che ho un certo non soche per trovarmi sempre nel vagone nursery, con una concentrazione di bambini sotto i tre anni che fa venire seri dubbi sulle statistiche del calo delle nascite. Che poi io sono anche una di quelle persone fortunate, che se prendono il treno con un reggimento di aitanti soldati ed un gruppo di suore che va a sentire il papa, si trova ad interrogarsi sull'ordine di appartenenza delle sue vicine di posto. 
A volte però sulla Freccia Argento i posti non ci sono, se non in prima classe. Ma anzi a questo punto per quel prezzo prendo l'aereo. Ma spesso anche l'aero a quel prezzo ha oprari improponibili. Allora ripiego sull'Intercity, troppo spesso notturno. 

Alla scenetta del regionale si aggiungano uova di Pasqua/regali di Natale, guasti al locomotore e studenti in pena che provano a fingere di studiare su fogli volanti con sopra stampate delle slide. La folla si ammassa e vive assieme per sei lunghissime ore (non scendendo al capolinea). Anche i normali rapporti di cortesia vanno a quel paese quando la valigia del tuo vicino ti crolla in testa per la decima volta. 

Ogni anno la stessa storia. Ogni giorno per i pendolari. 

Forse non sono le persone troppe. Ma il servizio ferroviario un attimino difettoso (eufemismi mon amour).

Da qualche parte del mondo, ogni volta che parte (in ritardo) un treno regionale o un intercity, sardine in scatola cominciano una raccolta fondi per noi esseri umani. 

Da qualche parte nel mondo, c'è un dirigente di Trenitalia che se ne sbatte e prenota il biglietto dell'aereo.

Da qualche parte a Napoli, io sciagatto e rifletto alla sera, dopo una giornata del mio bellissimo ma stancante lavoretto stagionale.

Vostra,

Platypus

3 commenti:

  1. Platypus, a questo proposito non posso non segnalarti questo: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=408591892518388&set=pb.126895210688059.-2207520000.1387358833.&type=3&theater

    mi sembra molto adatto ;)

    Vale A

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  2. Ahahah le sardine in scatola fanno la raccolta fondi per noi! Non ti perdonerò mai per avermi fatto sghignazzare in pullman, con la mia vicina di sedile che mi fissava perplessa.
    Un abbraccio solidale da un tuo sodale pendolare :*

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