Pagine

sabato 3 maggio 2014

Under my ombrella (ellah-ellah)

Un mesetto fa ho comprato un ombrello.
Per gente come me, comprarsi un ombrello significa farsi violenza. Io giro con in borsa le cose più assurde (per esempio in questo momento nella mia borsa abitano un pacchetto di filtri, svariati accendini, un pacchetto di cerotti, sapone per le mani e una spillatrice), ma cose seriamente utili, nessunaq. Non ho mai con me fazzolettini o, appunto, l'ombrello. Quando piove ho ormai brevettato i miei sciarponi a fare da copertura, stile velo islamico. 
La soluzione non è ovviamente applicabile in casi di pioggia torrenziale e/o ti capelli appena lavati. il look da barboncino alla toelettatura su di me non funziona. Allora mi sono fatta forza, sono entrata dal mio cinese di fiducia e ho comprato un ombrello. Essendo anche un po' spilorcia negli acquisti che, prevedibilmente, mi verranno fregati, ho scelto uno dei più economici. Un orrore turchese e argentato che ve lo raccomando. 

Più tardi quel giorno ha ripreso a piovere. Ho aperto il mio ultimo fiammeggiante acquisto. Si è aperto. Al contrario. Perfettamente concavo, ideale per raccogliere l'acqua piovana. Un po' meno utile per ripararsi dalla pioggia. Rabbia, rancore, odio e la declinazione completa del calendario. Voglia di andare a protestare dal cinese. Ricordarsi che lo stesso cinese mi stava per vendere un martello con delle sospette macchie color ruggine. Desistere. Ipotesi di comprare un altro ombrello. Risate, grasse risate al pensiero di spendere altri soldi.

Alla fine, dato che almeno lo stato di homo habilis credo di averlo raggiunto, ho provato a rigirare l'ombrello manualmente, ha funzionato. Mi sono tenuta l'ombrello. 

Da allora, ogni volta che ha piovuto, la mia routine è stata: uscire, aprire l'ombrello, sospirare, rigirarlo e andare per la mia strada.

Ieri sera sono uscita, in gondola, praticamente. Gli ombrelli si abbandonavano all'ingresso del locale. All'uscita la sorpresa: tra tanti ombrelli, quello che si erano allegramente fregati era il mio orrore cinese. La legge degli ombrelli nei posti pubblici è conosciuta in tutto il mondo: se ti fregano l'ombrello all'uscita di un locale, tu ne prendi un altro random. Cosa che io ho fatto, sperando di non peggiorare (troppo) il mio  (già pessimo) karma. 

Poco più avanti, passiamo vicino ad un'aiuola. Una macchia argentata e turchese attira la mia attenzione. Ma... è o non è... si, è. 

L'incauto ladro di ombrelli aveva evidentemente aperto il mio obbrobrio che aveva eseguito il suo trucco preferito, ovvero il trasformarsi in un contenitore di acqua. Il ladro si sarà reso conto del pessimo affare e, in un momento di rabbia, l'ha buttato via. Ed eccolo adesso lì, sul mio cammino.   Con l'ombrello nuovo in mano l'ho guardato. Turchese e argento contro un sobrio celestino. Un ombrello normale contro uno con velleità da secchio. 



Ho lasciato l'ombrello turchese nell'aiuola e mi sono riappropriata del mio. 

In macchina, mentre i miei amici cercavano di convertire gli altri guidatori a suon di benedizioni e di Radio Maria sparato a palla, qualcuno mi ha fatto toc toc nel cervello.

-Si?
-Ciao Platypus.
-Ciao Rational Platypus, d'ora in poi RP.
-Mi devi spiegare una cosa.
-Cosa?
-Perché te lo sei ripreso. No, seriamente. Avevamo la possibilità di tornare a casa con un ombrello normale, un ombrello che non devi bestemmiare ogni tre per due. E tu, tu ti sei ripresa quell'obbrobrio.
- Non ci sono riuscita a lasciarlo lì.
-Perché, giustamente, è nella tua famiglia da generazioni, lo usava la tua trisnonna. Sei scema? Lo hai da un mese! Appena! L'unica spiegazione è che mentre ero distratta i tuoi neuroni abbiano fatto i lemming e si siano buttati giù da una scogliera.
-In realtà...
-In realtà?
-In realtà questo ombrello mi ha fatto pensare a me.
-Ohsignore.
-Si tratta di un ombrello un po' particolare, ha delle stranezze, però se ti metti a sistemarlo con pazienza funziona. Serve solo voglia di dedicargli tempo e affetto. Bisogna capirlo. Trovare qualcuno che ne abbia voglia è raro, tutti vogliono tutto e subito e si basano sulla prima impressione, ovvero che sia un ombrello strano e che vada buttato via. Eppure è un ombrello come tutti, solo che ha bisogno di un po' per essere pronto.
-Ti sei appena paragonata ad un ombrello.
-Si.
-Comprato dai cinesi.
-Si.
-Soffri chiaramente di deprivazione da sonno. Oppure over sensitive Platypus ha preso il sopravvento. oppure sei impazzita.


Ho un ombrello turchese e argentato che si apre al contrario. Ed eccovi una gif di David Gandy in bermuda che fa il simpatico, giusto per gradire.




Vostra e sciagattante,

Platypus

3 commenti:

  1. Per quel che può valere, anch'io avrei ripreso con me l'orrore turchese e argento. Perchè se il karma porta da me l'unico ombrello della terra che per sentirsi realizzato si apre al contrario, e io (tu) sono l'unica persona ad avere abbastanza pazienza per capire il suo moto di ribellione al sistema, è evidente che siamo fatti l'uno per l'altra. :)

    RispondiElimina

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.