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lunedì 15 settembre 2014

Ritorno

Esco dalla Stazione. Sole e caldo, a casa ho lasciato temporali e freddo. Una valigia per mano, tracolla  del pc su una spalla, tracolla della borsa sull'altra. Sono il Rambo dei bagagli. Che oltretutto non sono completi. Al solito, alla mia partenza segue pacco.

Mk faccio strada tra la folla, verso il marciapiede. Un ragazzo che fa volantinaggio mi si avvicina e mi porge un foglietto. L'unica risposta che gli dò è sollevare le sopracciglia, indicando col memto i bagagli. Insiste.
-Perdonami, sto carica, ti sembra il caso?
Il giovinetto accanna.

Trovo il mio posto nel mondo sul marciapiede.
Un paio di tassisti abusivi mi chiedono se mi serve un passaggio.
-No, la ringrazio, sta venedo un'amica arendermi.
Si allontano, pensando chd non sono piu tempi questi, quando erano giovani loro mica tutti i ragazzi giovani avevano la macchina, adesso tutti viziati, girano per Roma e sono convinti di avere in mano il mondo, cheoi, imvece di andare a prendere le amiche alla stazione, non sarebbe il caso andassero a lavorare?  O tempora, o mores.

Vengo investita da ondate di turisti, che si possono classificare ad occhio nudo.
Ecco le tre giovani inglesi, vestite in maniera identica con abiti lunghi e cappelli di paglia, perché qiando vai in Italia ti vesti come gli italiani.  Una coppia di tedesche sui 30 anni ha due completiappaiati, in colori fluo, con gonne cosi corte da voler rimembrare le gemelle Kessler.  L'effetto non è riuscito.
Coppia nordica attempata, bermuda, sandalo lei, scarpa da trekking lui, calzimo bianco di ordinanza, zaini sul davanti, cappelli idro e foto repellenti, sbaffo di crema solare sul naso, comunque impietosamente rosso, guida turistica in mano.
Gruppo di giovani americani caciaroni, urlano e si chiamano a vicenda, zaimi da imter rail, qualcuno ha anche lo skateboard. I più chiari sono impietosamente rosso aragosta. La crema solare è un optiomal, se vai in inter rail nell'Europa del sud, tornare senza strati di pelle fa figo.
Giovani domne asiatiche marciano compatte, vestite integralmente da Zara e H&M, come visto da catalogo.
Uomini in completo si lamentano in accento lombardo che questa città un caos, Roma è sud. Allentano la cravatta e fanmo scivolare l'occhio sulle ragazzette e donne che passano.

Tra la calca io e un uomo di colore che fa volantinaggio. Nero come l'ebano.

-Te stanno a venì a prenne?
A sentirlo potrebbe essere cresciuto a Tor Pignattara.
-Si.
-E mettite all'ombra, che se no ti scalli.
-Non posso allontanarmi troppo, non c'è parcheggio.
- Te viene a prende la famiglia?
-Si.

In quel momento vedo la mia amica C. che si sbraccia in doppia fila. Mi rimporvera perchè ho fumato e non rispondo al cellulare. Carichiamo,  mi abbraccia, ci mettiamo in macchina. Saluto il mio compagno di attesa.

Amo questa città.
Amo ricominciare con la mia famiglia ausiliaria.

Vostra e sciagattante,
Platypus

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