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martedì 1 aprile 2014

Abbracci

Normalmente non mi piace troppo il contatto fisico. Prendere la metro o l'autobus all'ora di punta è un'ordalia alla quale mi sottopongo, l'espressione mesta e lo sguardo perso nel vuoto, cercando di non pensare che il gomito dell'armadio dietro di me mi sta macellando il rene o che la coda a fontanella della squinzia davanti a me mi sta solleticando le narici.

Sono difficile nel contatto anche con le persone che normalmente mi circondano, mi sento sempre troppo vicina, troppo corporea e magari no, non lo voglio il bacetto sulla guancia. Ma è convenzione sociale, mi ci piego, sopporto. O anche quando devo fare gli auguri a qualcuno. Sto lì, rigida, come se fossi una scopa di Fantasia. l'appeal è per lo meno lo stesso.

Per arrivare ad avere una certa confidenza fisica con le persone ce ne metto tanto. Si parla di anni. A parte la mia famiglia, ma quello è un discorso a parte. Eppure quanto mi piace una persona lo misuro anche da questo: da quanto io mi trovi bene ad averci un contatto fisico. Non si tratta solo di abbracci o bacini, ma anche di una mano sulla spalla, queste cose così. Se mi ci trovo bene, o almeno non mi fastidia e non mi ripugna, allora va bene.

C'è poi una categoria a parte, quella degli abbracci, ma di quelli veri, che non sono un mettere mollemente le braccia attorno all'altra persona. No, io parlo di quegli abbracci che stringono ma non costringono. Poche persone sanno abbracciarmi così. Sono le persone nelle cui braccia mi sento al sicuro.

Sono quegli abbracci che per me durano sempre troppo poco, perché mentre io sono lì non  può accadermi nulla di male. Mi stai stringendo, non mi lasci andare e dunque io sono. Non sono solo aria compressa: in quell'abbraccio io ci sono come persona. Sono gli abbracci di quelle persone che di me hanno capito molto, anche se non sono stata io a dirlo.  

Sono gli abbracci che vorrei sapere riuscire a chiedere, ma non mi riesce di farlo. Sono rari, ma io vorrei ci fossero più spesso. Perché quando mi sento così stretta tra le braccia di una persona cara, allora, in quei momenti, è come se qualunque umore maligno fosse spremuto fuori dalla mia persona. Tra queste braccia sono al sicuro, non c'è posto per stare male. 

Vostra e sciagattante,

Platypus


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