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lunedì 8 settembre 2014

It's the end of the hair as we know it

Di nuovo in Puglia, di nuovo a scrivere dal tavolo della cucina, unico punto dove il wi-fi sia apprezzabile. L'ultima settimana estiva nella casa paterna, una settimana di transizione né carne, né pesce. Una settimana in cui bisogna decidersi a mettere via i sandali estivi e i vestitini colorati e cominciare a cercare i cardigan di cotone/lana leggera. E scoprire che un paio sono partiti alla volta di Milano con Sorella. 
Una settimana che ha un che di onirico, perché è ricomparso il pc serio che ho tenuto nell'armadio tutta l'estate, e perché si comincia con il valzer dei saluti con le amiche del liceo, che partono, partono tutte, per un tirocinio a Taiwan o per il classico Erasmus in Spagna. E a me i saluti mettono un po' d'ansia, non si capisce perché, le avrei salutate anche se fossero rimaste qui, ma il fatto che ci siano mari di mezzo, beh, ecco mi sconvolge un po'. 

Mi devo anche abituare a cambiamenti ed epifanie. Epifanie e cambiamenti che ho somatizzato e che mi hanno fatto passare una simpatica giornata abbracciata alla bacinella, trasformata in un doccione di Notre Dame de Paris quando piove. 

L'epifania, la grave epifania è che questo è l'ultimo anno da studentessa, almeno secondo i miei piani. Se tutto dovesse andare come dovrebbe e come da programma, dall'anno prossimo non avrei più scuse. Dovrei cominciare a cercarmi lavori per i quali venire effettivamente pagata, un affitto non più in funzione dell'università, ma di un (si spera) posto di lavoro. Con l'anno prossimo il passaggio da ragazza a giovane donna sarà inevitabile agli occhi del mondo. In sintesi questo è l'ultimo anno che ho per pazziare e vivere senza problemi, hakuna matata. Crollerà anche la mia scusa per non vedere Girls, perché se adesso non mi ci rispecchio, beh, ci rivediamo quando mi arriveranno le prime bollette. O comincerà la quadriglia dei colloqui di lavoro. >Sto anche rosicando perché mi sembra di aver finito ieri la tesi della triennale e a ottobre ho già appuntamento con la relatrice della nuova. Pietà.
Gli ultimi quattro anni sono volati. Platypus, attenta a non farti sfuggire almeno questo. 

I cambiamenti. I cambiamenti sono legati all'epifania, altrimenti non crederei di essere in un racconto di The Dubliners, mi sembra ovvio. Cambiamenti poi... dobbiamo far sì che tutto cambi, perché rimanga alla stessa maniera. 
In realtà ci sono pensieri che bisogna lasciar andare, anche se è da un anno e più che me li tengo accoccolati tra le braccia, accarezzandoli e stritolandoli. Il cambiamento è necessario, me ne sono resa conto l'altra sera, mentre per la prima volta mi mettevo veramente a nudo. Ecco, via tutti gli strati, io sono questa e per la prima volta mi faccio vedere, per la prima volta ascolto veramente cosa hai da dire. Poi le mie paturnie me le rimetto addosso, ma qualche pezzo provo a lasciarlo per strada. 
[Inutile che vi dica che, una volta passata la nausea, tutte le piccole Platypus, Over Rational, Over sensitive, e company, si  sono unite in un coro infernale cantando Let it go di Frozen].


Questo è quanto. Decisioni e tentativi di miglioramente seguiranno. Al momento rimango un po' nel limbo. 

Solo una grande decisione è stata presa: cambio taglio di capelli. Un modo come un altro di cambiare testa.


Vostra e sciagattante,

Platypus

2 commenti:

  1. Anche mia sorella mi manda messaggi minatori su wapp per sapere se le ho rubato questo o quello dall'armadio :-)

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  2. Hakuna matata. Avevo iniziato a leggere il post tutta ispirata da un sentimento di maturità e di crescita interiore e poi.. hakuna matata.
    Sono scoppiata a ridere: per me l'età adulta è decisamente lontana

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