venerdì 28 novembre 2014
La guerr''n cap.
martedì 21 ottobre 2014
Mi dia anche due etti di coraggio, per cortesia
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(il fatto che C. non mi mandi a quel paese quando la coinvolgo in questi pensieri profondi la dice lunga su quanto mi tolleri) |
domenica 19 ottobre 2014
Illuminazioni
martedì 14 ottobre 2014
Mi riposerò quando sarò in sessione
Domenica un altro evento con gli ingegneri.
Salone dell'Auto. La nostra macchina carinissima ed esposta. Dietro il carrarmato dell'Esercito. E dietro la fila dei bambini che aspettavano di farcisi la foto sopra.
Serve un'idea, l'ideona che ci consenta di emergere dietro la folla di pupi urlanti che vogliono fare i soldati. Peace ragazzi, peace.
Io e G. ancora ci rimpalliamo la colpa su a chi di noi due sia venuta l'idea. Fatto sta che ci troviamo a sollevare bambini e a fotografarli nella nostra macchinetta. Bambini con un peso specifico non indifferente, dato che sono tutti piccolini, magrolini, ma pesano un accidente.
Un ragazzino si avvicina, batte con le nocche sulla carena e dice: " Ma è finta!". Sedati gli istinti omicidi degli ingegneri, che propongono di dare una dimostrazione di quanto corra investendo l'incauto puer.
Un altro bambino prova a scardinare lo sterzo. Si becca un sorriso da coccodrillo e rimane traumatizzato, tutto occhi.
Quindici bambini dopo io non ho più una schiena, l'eye liner è migrato dalle palpebre superioiri alle occhiaie, i capelli non hanno più una forma che sia una. Arriva il turno di un pupetto sui tre anni, biondissimo, occhi azzurrissimi.
Solleva, infila in macchina, Sorridi tesoro, adesso ti prendo e ti faccio uscire, facciamo l'aeroplano [tutto questo detto con ormai il pilota automatico], vola vola, eccoci qui.
Mi giro per sollevae il successivo sacco di patate, mi sento tirare l'orlo della maglietta. Il pupetto biondo.
-Ma tu sei proprio bella!
Rimango interdetta, mi accovaccio, lo ringrazio.
Ho continuato a fare sollevamento bambini tutto il pomeriggio, ma quel bambino continuava a venirmi in mente.
Due possibilità:
3 anni e già così miope.
3 anni e già così paraculo.
Vostra e sciagattante,
Platypus
mercoledì 8 ottobre 2014
La percezione in famiglia
venerdì 26 settembre 2014
Todi limited
martedì 23 settembre 2014
The good times are killing me
venerdì 19 settembre 2014
Come è andata in realtà. La verità vera.
lunedì 15 settembre 2014
Ritorno
Esco dalla Stazione. Sole e caldo, a casa ho lasciato temporali e freddo. Una valigia per mano, tracolla del pc su una spalla, tracolla della borsa sull'altra. Sono il Rambo dei bagagli. Che oltretutto non sono completi. Al solito, alla mia partenza segue pacco.
Mk faccio strada tra la folla, verso il marciapiede. Un ragazzo che fa volantinaggio mi si avvicina e mi porge un foglietto. L'unica risposta che gli dò è sollevare le sopracciglia, indicando col memto i bagagli. Insiste.
-Perdonami, sto carica, ti sembra il caso?
Il giovinetto accanna.
Trovo il mio posto nel mondo sul marciapiede.
Un paio di tassisti abusivi mi chiedono se mi serve un passaggio.
-No, la ringrazio, sta venedo un'amica arendermi.
Si allontano, pensando chd non sono piu tempi questi, quando erano giovani loro mica tutti i ragazzi giovani avevano la macchina, adesso tutti viziati, girano per Roma e sono convinti di avere in mano il mondo, cheoi, imvece di andare a prendere le amiche alla stazione, non sarebbe il caso andassero a lavorare? O tempora, o mores.
Vengo investita da ondate di turisti, che si possono classificare ad occhio nudo.
Ecco le tre giovani inglesi, vestite in maniera identica con abiti lunghi e cappelli di paglia, perché qiando vai in Italia ti vesti come gli italiani. Una coppia di tedesche sui 30 anni ha due completiappaiati, in colori fluo, con gonne cosi corte da voler rimembrare le gemelle Kessler. L'effetto non è riuscito.
Coppia nordica attempata, bermuda, sandalo lei, scarpa da trekking lui, calzimo bianco di ordinanza, zaini sul davanti, cappelli idro e foto repellenti, sbaffo di crema solare sul naso, comunque impietosamente rosso, guida turistica in mano.
Gruppo di giovani americani caciaroni, urlano e si chiamano a vicenda, zaimi da imter rail, qualcuno ha anche lo skateboard. I più chiari sono impietosamente rosso aragosta. La crema solare è un optiomal, se vai in inter rail nell'Europa del sud, tornare senza strati di pelle fa figo.
Giovani domne asiatiche marciano compatte, vestite integralmente da Zara e H&M, come visto da catalogo.
Uomini in completo si lamentano in accento lombardo che questa città un caos, Roma è sud. Allentano la cravatta e fanmo scivolare l'occhio sulle ragazzette e donne che passano.
Tra la calca io e un uomo di colore che fa volantinaggio. Nero come l'ebano.
-Te stanno a venì a prenne?
A sentirlo potrebbe essere cresciuto a Tor Pignattara.
-Si.
-E mettite all'ombra, che se no ti scalli.
-Non posso allontanarmi troppo, non c'è parcheggio.
- Te viene a prende la famiglia?
-Si.
In quel momento vedo la mia amica C. che si sbraccia in doppia fila. Mi rimporvera perchè ho fumato e non rispondo al cellulare. Carichiamo, mi abbraccia, ci mettiamo in macchina. Saluto il mio compagno di attesa.
Amo questa città.
Amo ricominciare con la mia famiglia ausiliaria.
Vostra e sciagattante,
Platypus
giovedì 11 settembre 2014
come gestire le paure
lunedì 8 settembre 2014
It's the end of the hair as we know it
mercoledì 3 settembre 2014
Ok, il prezzo è giusto!
martedì 12 agosto 2014
...
Non so di preciso a che ora risalga la scomparsa di Robin Williams, so solo che lo sciacallaggio mediatico è già iniziato. Non voglio vederlo. A che vi serve sapere se si è suicidato, se era depresso. A che vi serve? "Era depresso, probabile suicidio", strillano i link. Il comico depresso. Un'associazione con la quale le ovvietà vanno a braccetto, perchè "sembrava sempre tanto allegro, faceva tanyo ridere, chi l'avrebbe mai detto". E l'assassino era un tanto caro ragazzo che salutava sempre.
Ma già li vedo, la caroca dei maturati al liceo che condividono le foto di Patch Adams, dicendo che li ha ispirati a diventare medico, momenti dell'Attimo Fuggente spalmati sulle bacheche.
Primavera della quinta elementare. Casa di un'amichetta, nel pomeriggio.
-Conosci ROBBIE Williams?
-Si, ho visto tutti i suoi film.
-Film? Io ho un suo disco.
- Fa anche il cantante? Figo.
-Non sapevo recitasse. Io lo trovo bellissimo.
-Ma è vecchio! Al massimo è simpatico.
Al massimo sarei stata una strana che scompare per anni in un gioco da tavolo.
Una che salirebbe sui banchi per dimosrrare l'apprezzamento a un professore.
Una scienziata distratta che si dimentica della data del suo matrimonio.
Una il cui paradiso è un quadro dipinto dalla persona amata.
Una che osserva le vite delle persone, non giudica, ma riduce tutto a dimensione di film.
Una che dà fuoco alla cena.
Questo è il mio. La rabbia verso il resto del mondo e tanta acidità.
Platypus
domenica 10 agosto 2014
Tutto a posto e niente in ordine
Mi sono ripresa da un rientro rocambolesco e adesso siamo tutti e 5 a casa, una mano di poker spaiatissima e potenzialmente esplosiva.
Sorella si è grandemente impegnata per prendersi una bella broncopolmonite, perchè se non te la prendi ad agosto non sei nessuno.
Padre e Madre sono in ferie e sublimano il loro amore cucinando e facendo la spesa. Ogni mattina allle 8.30 noi siamo già sotto l'ombrellone, neanche dovessimo timbrare il cartellino.
Nonna è folle di gioia, o semplicemente folle. Ogni giornosi sveglia e suona il gong, ovvero fa cadere la caffettiera smontata messa ad asciugare sul lavandino. Ogni giorno Padre arriva dal bagno per rimetterla a posto. Ogni giorno Nonna la prende sul personale.
Essendo più modesta di mia sorella, io ho deciso di sfoggiare solo una bella bronchite. L'effetto sanatorio o casa dellle Bronte sisters è assicurato. Deperite ma abbronzate, ogni giorno in spiaggia è una tortura. Il mare è cristallino, pulito, e noi diamo lì sedute, streghe da fiaba. Il male, però è all'esterno, o meglio ci circonda. Attorno a noi, distribuiti tra vari ombrelloni, i figli prediletti di Satana urlano, si lamentano e meriterebbero un paio di ceffoni a testa. Anche Sorella, che di solito è benigna con gli infanti, comincia a dimostrare segni di squilibrio.
Ad aggiungere caos è arrivata la macchina nuova per Sorella, nonché la risoluzione dei miei genitori di farci riprendere a guidare. Ogni mattina io e Sorella ci rimpalliamo il ruolo da autista, perchè nessuna delle due vuole essere responsabile del primo graffio o bozzo sulla carrozzeria. Ogni mattina Nonna sale in auto con uno sguardo da martire cristiana nel Colosseo, sfodera il rosario e la sua migliore espressione da ottovolante. L'unica cosa che le impedisce di baciare terra una volta arrivati è l'eventuale difficoltà a rialzarsi. E la palese difficoltà nel trovare un passaggio al ritorno.
Mentre scrivo, invece, la follia della famiglia non conosce freni e si dedicano alla produzione casalinga di marmellata di prugne. Padre, Madre e Sorella si affaccendano attorno a un pentolone, che a confronto le tre streghe del Macbeth sono dilettanti.
Mi guardano e sto capendo una cosa:un qualche compito mi sta per piombare tra capo e collo. Ho paura.
Vostra e sciagattante,
Platypus
mercoledì 6 agosto 2014
Dopo Cruccolandia, col furgone
Dovrete perdonarmi la lunga assenza, ma la Grande Germania mi reclamava, insieme al mio impegno con gli ingegneri. Ora, contate un campeggio di ingegneri da tutte le parti del mondo, rapporto uomini donne 4 a 1, aggiungete la mia passione per gli adoni alti e biondi, ed ecco che si ottiene una settimana particolare.
Nel nostro team erVamo in 4 donne a dover sfamare 30 uomini bellicosi, ruttanti e affamati. Negli altri team la situazione era la stessa. Vicini di campeggio due team tedeschi, che, al modico prezzo di un caffe e di una mezza teglia di pasta avanzata, hanno cominciato a rifornirci di birra. Tanta.
Ottimo assett in unpaese dove l'acqua è ofrizzantissima o aromatizzata. A questo punto meglio bere.
Unico errore tattico nell'installare il campo:la vicinanza del campo alle giostre dei bimbi e alla loro pavimentazione in sabbia. Più di una volta ci siamo dovute affidare al linguaggio del corpo, ovvero a occhiateminacciose, brandendo pentole e padelle. Funzionava.
L'evento è stato molto divertente ancheer chi non ne capisce niente come me. Ci sono stati malumori, incomprensioni e drammi, come in tutte le occasioni in cui forzi qualcuno a vivere assieme per una settimana. Ho avuto momenti di disperazione vedendo insetti nella mia tenda, ma alle 3 di notte non puoi urlare, anche se gli altri team giocano a beer flunk. Ho lavato tanti piatti.
Mi sono innamorata una ventina di volte.
Gli americani e i tedeschi avranno anche la fissa del calzino bianco, ma unacosa la sanno fare:organizzare after party degni di questo nome. L'ultima sera le cronache narrano che io twerkassi con unamericano vestito solo di short di jeans, contendendomi con lui dei bastoncini fosforescenti.
E poi il ritorno, con risultati che potevano essere migliorati e che miglioreremo. Viaggiare di notte, in pulmino, avvolti da un odore di patati e alla cipolla, con ruttinon silenziati, e parlare al guidatore per non farlo addormentare.
Sarà strano, ma quel pulmino puzzolente che viaggia in Val Gardena, con tuoni e fulmini, mentre parlo a bassa voce per non svegliare chi dorme, me lo conservo tra i ricordi più belli.
Il resto è storia, fatta da biondomi americani, tedeschi, olandesi e australiani.
Vostra e sciagattante, in un mare dibirra,
Platypus