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mercoledì 22 gennaio 2014

A serious reading problem-2

La sessione non aiuta ed io rimango indietro con le mie letture. Ma stoicamente continuo a leggere libri che tutti hanno già letto secoli fa e a sentirmi figa per questo motivo.
Mentre ero ancora a casa ho pensato che il momento fosse giunto, i tempi fossero maturi. Ed ho letto Se una notte d'inverno un viaggiatore. Si, proprio quello. A ventun anni è tardi, lo so, ma serve un momento giusto per i libri. Un libro letto al momento sbagliato e puff, ecco un libro che odierai per sempre senza un motivo. Essendo cresciuta con Calvino, dalle Fiabe Italiane a I nostri antenati, per non parlare de Il sentiero dei nidi di ragno, ho pensato bene che un libro sulla lettura ed i lettori doveva essere gustato appieno nel pieno delle mie facoltà mentali. 
Il problema è che avevo iniziato a leggerlo a sedici anni, su consiglio di un amico. Alla terza pagina mi ero addormentata. Sono segni che all'epoca non potevo ignorare. Ed allora ho rimandato, rimandato, fino a quando non mi è letteralmente caduto in testa dalla libreria dei miei. Anche questo segno (e bernoccolo) non è stato ignorato. Era il momento. 

Sono molto felice di aver aspettato a leggerlo. Mi è piaciuto, molto. 

Tra una sessione di studio matta e disperata e l'altra, ho poi letto La strada di Corman Mccarthy. Avevo già visto il film e avrei dovuto essere preparata, invece nein, un cazzotto nello stomaco dopo l'altro. Un libro duro, essenziale ed asciutto, che però non aiuta se avete il male di vivere. No, non aiuta per niente. 
Adesso alle mie paure e paturnie, aggiungiamo anche quella di una non specificata catastrofe che mi obblighi a vivere raminga tra violenza e cannibalismo. 

Proprio quello che serve per vivere sereni.

Vostra sciagattante e preoccupata,
Platypus

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