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martedì 17 giugno 2014

Memoir Familiari 3 - Non avevo i capelli di Lady godiva

-Platypus, chi è questo bambino nella foto con Sorella?
-Non è un bambino. Sono io.
-…
-lo so, i capelli ingannano.
-Ma tua Sorella sembra comunque una bambina.
-il mio viso è cambiato.
-O sarà il fatto che non hai più il monosopracciglio.

 Nella maggior parte delle foto della mia tricologicamente discutibile infanzia, io e Sorella sfoggiamo un taglio di capelli che, ancora oggi, a anni di distanza, chiede e grida vendetta. Capelli corti. Capelli molto corti e ricci. Due panettoni Motta extra black.
Perversione maggiore è stata mostrata da Madre solo nel vestirci uguali o coordinate, scelta discutibile dopo il mio crescere in larghezza e il crescere in altezza di mia sorella. L’effetto Stanlio e Ollio era assicurato.

-Di nuovo vestite uguali?
-Già.

Perché condannare due figlie femmine a un destino così ingiusto?

Le cronache familiari narrano di una Madre disperata. Sin dalla nostra più tenera infanzia io e Sorella siamo state provviste di capelli neri, neri e ricci e, a quanto pare, ubiqui in casa.  Il fatto che fossero capelli ricci non è un dato trascurabile: immaginate di dover fare lo shampoo a due demonietti, perché lo shampoo negli occhi brucia, a pettinare Madre mi fai male, e metteteci anche il fatto che da bambina ero idrofoba.
Calcoliamo che d'estate alla casa al mare dei nonni, Madre si ostinava a credere in un'istituzione che in casa Pa regge ancora oggi: asciugare i capelli al sole.  Io e Sorella eravamo messa a sedere sulle nostre seggioline di plastica e dovevamo rimanere lì.

-Madre possiamo andare dentro a giocare?
-No.
-Madre sono asciutti?
-No.
-E ora?
-No, ti ho detto.
-Tra quanto?
-Non lo so.
-Adesso?
- [respiro profondo]

Il bagnetto era il regno dell’orrore. Una sola volta Madre si rischiò ad appaltarlo a Padre, lasciandogli precise istruzioni:
-Allora, prima la Grande, tanto la Piccola si terrà lontana dall'acqua fino all'ultimo momento utile. Non più di due giocattoli, quando sciacqui i capelli fai tenere la testa all'indietro e, per cortesia, niente creste punk con lo shampoo. Poi pettini i capelli , PER BENE, se no diventano lana.

Madre si trovò a rientrare mentre padre ripescava Sorella, la Grande, dal mio bagnetto, dove era caduta tutta vestita, aspettando arrivasse il suo turno. Io nel frattempo, paciosa come non mai, dividevo l’acqua con una tartaruga di plastica, svariate Barbie e vari mattoncini di costruzioni, sfoggiando una cresta punk di tutto rispetto.


La reazione di Madre fu del tutto comprensibile: il giorno dopo andammo dal parrucchiere e ne uscimmo tutte e tre con i capelli corti, molto corti. Tre maschiacci.

Col passare degli anni io e Sorella acquisimmo un minimo di libertà di scelta in più. Sorella si lasciò crescere e stirare i capelli. Io commisi uno dei primi errori della mia vita sentimentale da fanciulla.

-Allora Platypus, domani andiamo dalla parrucchiera. Come vuoi i capelli?
-Voglio i capelli rapati a zero, come Zigulfo Alamberti.

Zigulfo Alamberti, compagno di scuola, vicino di casa, da me amato alla follia dal primo giorno di primina elementare. Un amore tormentato e non corrisposto, un affetto che credevo di guadagnarmi facendo il maschiaccio. I capelli furono tagliati (non rapati a zero, grazie al cielo), un'innegabile somiglianza con Harry Potter grasso fu raggiunta, innumerevoli pomeriggi vennero passati a giocare nel cortile di Zigulfo e lui si fidanzò con una compagna di classe dai capelli lisci, lunghi e biondi. 

Gli uomini.

Per reazione fino ai tredici anni impedii alla parrucchiera anche solo di avvicinarsi ai miei capelli. Quando alla fine della terza media mi decisi, la parrucchiera si limitò a guardarli, prenderli in mano, sospirare, farne una treccia e recidere ingloriosamente. Mi arrivavano a mezza schiena ricci, ai reni stirati.

-Ciò non toglie che nelle foto sembri un maschio.Vostra e sciagattante,

Platypus

P.S. So che dalla magione dei miei arriveranno i J'accuse materni. 
"Io i capelli corti li ho sempre portati, sono stata una delle poche spose a sposarsi col capello cortissimo e senza velo, quindi smettila di inventare!". Madre, si fa per la finzione letteraria. Poi, mica la gente crederà effettivamente a tutto quello che scrivo, no?

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